lunedì 25 marzo 2013

L'unione fa la forza. O no.

Wikipedia mi informa che: "Comunemente si associa all'interior designer una figura più simile ad uno stilista d'interni, ma in realtà il designer presta particolare attenzione agli aspetti pratici e funzionali del vivere la casa [ad esempio, eccetera eccetera...]".

Io, di mio, avevo questa cosa che mi fidavo poco. 
Che tanto son tutti lì a fregarmi, e chissà cosa ci vuole, e insomma posso fare io.
Mi sono trovata a gestire delle ristrutturazioni da sola.
LA LUNA NERA.
Quindi.
A meno che siate degli esperti (e -chiaramente- dal mio nome capirete bene che non solo io NON lo sono, ma graziaddio non mi sono mia considerata tale), evitatelo. Come la peste. Come gli uomini coi calzini bianchi. Come le vacanze con la suocera*. Come il formaggio sul branzino.
NO, NO e NO.

Intendiamoci, non sto parlando di arredamento, di disposizione degli elementi d'arredo, di gusto nelle scelte. Quella è la parte divertente e chi si affida a un professionista io non lo capisco, ma del resto io non capisco nemmeno quelli che usano i wedding planner, che mi fa ridere solo a pensarci.
No: io parlo di un vero e proprio lavoro di interpretazionetraduzione e mediazione. Come con chi!? Con quell'agglomerato di persone che, dal momento dell'assunzione dell'incarico al giorno in cui metterete piede nella vostra casa, sfiniti come dopo una retata in Monte Napoleone il primo giorno di saldi, saranno l'oggetto delle vostre sedute dallo psicanalista padroni assoluti dei vostri soldi, del vostro tempo, dei vostri nervi: l'impresa edile, per gli amici L'IMPRESA.

Già il nome pare foriero di cose buone: impresa, imprendere, intraprendere, FARE.
E poi è un nome collettivo, cioè l'impresa è una, ma di fatto è una squadra di persone che insieme rappresentano tutte le competenze, le expertise e le abilità che ti servono: muratore, gessista, imbianchino, falegname, parquettista, tutti! E tutti lì per te, per la tua casa, un team di persone che sanno quello che fanno e grazie alle quali non dovrai più (pre)occuparti di nulla!

Evviva! Champagne per tutti che festeggiamo.

Wroooong!

Assioma: se fino alla firma del contratto era tutto un parlare di muri, impianti elettrici, scarichi, parquet e attacchi del gas (ce la posso fare), non appena l'impresa comincia a lavorare scopri un idioma che ti sembra abbia qualche assonanza con lo swahili, di certo non con l'italiano (con la differenza che almeno in Kenya potevi farti capire a gesti).
All'improvviso sono all'ordine del giorno frasi tipo "eh, qui si pensava di risolvere il disallineamento della soletta con un carotaggio per la guaina di impermeabilizzazione e ç°Xç§>ççDSX;§A§àòsz++*ZéX__X:::" (eh?!?) "...quindi signora decida lei, se preferisce che agiamo con °çXSçDS%&%£$ oppure attraverso la tecnica del ?=)()=ç°§ç°S@#@#@[, che però le costa un pò di più ma probabilmente è più sicura".
Eh?! Chi? Io? EH?!?
"Sì, insomma, possiamo portarle il tubo dell'acqua nell'altra stanza, ma poi @#))0'sxd;d's e la pendenza dell'1,8% potrebbe non essere sufficiente e #[]]@°òSàòLFDàS..."
"QUINDI?!?!?"
"Quindi la lavatrice possiamo metterla, ma magari è un pò in pendenza"
"Che cazzo me ne frega, ci metto sotto un tassello e bon Va bene, procedete"

Postulato: tutto ciò che non è esplicitamente previsto dal contratto, non è dovuto. E guai a considerarlo sottinteso. Per esempio, qualcuno dovrebbe dirvelo che se nel capitolato non è specificato l' "obbligo di squadra" significa che vi possono consegnare una casa con i muri storti. Almeno avvisami, diamine.
Che io avrei anche pagato qualcosa in più per avere i muri dritti, quella volta di 7 anni fa, in cui alla fine ho abitato per due anni un una casa meravigliosa. Coi muri storti.

Teoria: se assumi un interprete, non hai problemi. Cioè un architetto. Una persona fidata, che capisca quel che vuoi tu e lo traduca all'impresa; che quando ci sono degli imprevisti sappia valutarne l'entità e proporti soluzioni, senza gettarti nel panico. Che ti suggerisca alternative valide e funzionali, quando ti impunti su qualcosa di stupido e batti i piedi come quella volta che a quattro anni non ti hanno fatto fare il 42esimo giro in giostra.
Tanto io fra il pratico  e il bello scelgo sempre il bello. Con me è facile, ho il cervello biondo, ok, passiamo oltre.
Dalla mia modestissima ma piuttosto variegata esperienza, posso dire che l'Amico Architetto funziona bene. Dai, che ce l'abbiamo tutti un Amico Architetto.
L'importante è essere molto chiari sui servizi che desiderate, e su quelli a cui non siete interessati. Nel mio caso: tieni i rapporti con l'ìmpresa, supervisiona i lavori, consigliami dei fornitori che non mi svenino più di quanto l'impresa stia già facendo, dòtati di poteri telepatici e suggeriscimi sempre e solo quel che mi piace. No, non voglio un designer, le idee sulla disposizione dell'arredamento ce le ho chiare da me, thank you very much.

Cosa ha funzionato: ingaggiare l'Architetto donna con il fisico da Sailor Moon e due tette spaziali. L'impresa ha sempre rigato dritto (a parte la questione dei muri storti, ma è una lunga storia e obiettivamente non era colpa dell'amica)
Cosa non ha funzionato: il 2x1, due amici con competenze leggermente diverse che lavorano ENTRAMBI per la stessa causa, che poi è casa tua. Risultato: io ho una casa meravigliosa, frutto della competenza di non uno, ma due ottimi professionisti. Loro non si rivolgono più la parola da oltre un anno.




*il prossimo weekend vado in vacanza con la suocera. Certe cose non le imparo mai abbastanza.


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